Noè prepara l'arca

Allora IDDIO disse a Noè : La fine di ogni mortale è giunta dinnanzi a me , perché la terra è piena di violenze per causa loro : ecco IO li sterminerò insieme alla terra .

Fatti un’arca di legno resinoso ; falla a celle e spalmala di bitume di dentro e di fuori. Ecco di quali dimensioni la devi costruire :  la lunghezza dell’arca dovrà essere 300 cubiti , la larghezza 50 , e l’altezza 30 . Darai aria e luce all’arca, su in alto, con un’apertura di un cubito , sotto il tetto tutt’intorno : a un lato dell’arca farai la porta , e l’arca sarà a tre piani : uno in basso , un secondo e un terzo .Ed ecco IO farò venire il diluvio di acque sulla terra  , per distruggere ogni carne che ha alito vitale sotto il cielo : tutto ciò che è sulla terra morra!. Ma IO stabilirò con te la mia alleanza: tu entrerai nell’arca , tu e i tuoi figli , tua moglie e le mogli dei tuoi figli con te . Di tutto ciò che ha vita , cioè di ogni animale , fanne entrare nell’arca due di ogni specie , maschio e femmina , ; per conservarli in vita con te . E degli uccelli , secondo la loro specie , e degli animali domestici , secondo la loro specie e di tutti i rettili della terra , secondo la loro specie , due di ogni specie verranno con te ; perché tu li conservi in vita . E tu ,prendi di tutto ciò che può servire di alimento  e fattene una provvista : servirà di nutrimento per te e per loro . Noè così fece , ed eseguì tutto quello che DIO gli aveva comandato .

( Il cubito Caldeo era di due tipi :quello comune di circa 50 cm , e quello reale di 55 cm ) .

Si suppone che quello usato per l’arca fosse quello comune.

 

 

 

 

 

 

Il diluvio.

Poi il Signore disse a Noè : Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia , perché ti ho riconosciuto giusto nel  mio cospetto , in mezzo a questa generazione . Di tutti gli animali puri prendine sette paia , maschio e femmina ; e degli animali inpuri un paio , il maschio e la sua femmina . Come pure gli uccelli del cielo prendine sette paia , maschio e femmina , per mantenere in vita la razza su tutta  la terra ; poiche fra sette giorni IO farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti , e sterminerò dalla faccia della terra tutti gli esseri che ho fatto . E Noè fece tutto come il Signore gli aveva comandato .

Noè aveva 600 anni quando venne il diluvio e le acque inondarono la terra . Noè quindi , insieme ai suoi figli e alla moglie e con le mogli dei suoi figli , entrò nell’arca prima che irrompessero le acque del diluvio . Degli animali puri e degli animali impuri ,degli uccelli e di tutto ciò che striscia sulla terra , vennero delle coppie , maschio e femmina , a Noè nell’arca , come DIO gli aveva comandato . E , al termine dei sette giorni , le acque del diluvio si riversarono sulla terra .

Era l’anno600 della vita di Noè , al diciassette del secondo mese : in quel giorno tutte le fonti del grande abisso irruppero e le cataratte del cielo si aprirono e piovve a dirotto sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti . In quel medesimo giorno Noè con i suoi figli , Sem , Cam e Jafet, con sua moglie e le mogli dei suoi figli entrò nell’arca , come pure tutti gli animali , secondo la loro specie, e tutto il bestiame , secondo la sua specie , tutti i rettili che strisciano sulla terra , secondo la loro specie , e tutti gli uccelli , secondo la loro specie , tutti i volatili di ogni sorta , erano venuti a Noè nell’arca , a due a due tutti gli animali in cui è alito di vita , e quei che vennero , maschio e femmina , di ogni carne , furono fatti entrare , come IDDIO aveva ordinato a Noè . Poi il Signore chiuse la porta dietro di lui . E il diluvio continuò sulla terra per quaranta giorni : e le acque crebbero e sollevarono l’arca , la quale si alzò al di sopra della terra . E le acque ingrossarono e crebbero grandemente sopra la terra e l’arca galleggiava sopra la superficie dell’acqua. E le acque andarono aumentando sempre più sopra la terra , in modo che le più alte montagne , che sono sotto il cielo , furono coperte .Le acque sorpassarono di 15 cubiti le vette dei monti e questi rimasero sommersi . E ogni carne che si muove sulla terra , uccelli e animali domestici e fiere , ogni rettile che striscia , ogni uomo perì . Tutto quello che era sulla terra asciutta e aveva alito vitale nelle narici , morì . E tutti gli esseri che erano sulla faccia della terra furono sterminati . E le acque rimasero alte sulla terra per 150 giorni .

 

 

 

Opinioni

In linea generale esistono due opinioni contrapposte sul Diluvio : Chi ritiene sia solo un mito e non sia mai accaduto

Chi ritiene che l'episodio del Diluvio sia un evento realmente accaduto o un racconto mitico però derivante da uno o più eventi accaduti e che col tempo le leggende hanno ingigantito

 Diluvio: solo un mito  [modifica]Il ritenere il Diluvio solo un mito o una favola delle popolazioni antiche era una posizione molto popolare fino all'inizio del 1800 poichè non si aveva nessun riscontro nella realtà invece a partire dal 1880[1] con le prime traduzioni dell'Epopea di Gilgamesh, a causa delle nuove scoperte sulle glaciazioni e sulle inondazioni tutt'oggi risulta essere una posizione molto minoritaria.

 Diluvio: evento veramente accaduto  [modifica]Il racconto del Diluvio dal XIX secolo al XXI secolo è stato rivalutato dagli studiosi e esegeti in quanto episodio realmente accaduto o riconducibile a fenomeni reali che le popolazioni più arcaiche si sono tramandate con questo racconto, ci sono varie teorie volte a stabilire se, quando e dove sia avvenuto il diluvio o i diluvi-alluvioni vediamone qualcuna

 Opinione Creazionista  [modifica]L'opinione che dalla Bibbia si possa risalire alla data molto vicina a quella reale dell'avvenuta del Diluvio è opinione tipica dei Creazionisti, che leggono la Bibbia in senso letterale pongono la data tra il XXIV secolo a.C.e il XXIII secolo a.C.(Fernard Crombrette la stabilisce nel 2348 a.C.[2]). Questa data è derivata dal fatto che Abramo (vissuto tra il XXI secolo a.C. e il XIX secolo a.C.) secondo la Bibbia sarebbe nato 292 anni dopo il diluvio. Secondo queste congetture l'evento è avvenuto nel territorio mesopotamico e l'Arca si trova nel monte Ararat. Questa teoria però non trova riscontro in nessun documento o studio archeologico poichè non si trovano sedimenti o documenti che attestino una alluvione di grandi dimensioni in Egitto o in mesopotamia nel periodo previsto dai creazionisti. Questa opinione perciò è abbastanza di frangia e minoritaria.

 Teorie scientifiche  [modifica]Molti studiosi hanno svolto varie ricerche che hanno portato i risultati più diversi:

Teoria dell' inondazione preistorica del Mar Nero[3]: i geologi americani William Ryan e Walter Pitman (1998) hanno mostrato, da una campagna di ricerca composta da americani-russi svolta nel Mar Nero dal 1993, che i dati su rilevazioni sonar hanno permesso di scoprire un’antica linea di costa seppellita dal fango; da qui ci sarebbe uno scambio tra acqua dolce a salata che risale a 7500 anni fa (5600 a.C.), che prova la connessione del Mar di Marmara con il Mar Nero scambio di acqua che si è verificato grazie all'ingresso attraverso il Bosforo. La loro teoria si basa su una serie di viaggi andata e ritorno di acqua e del modificarsi del livello del mare, alla fine delle ere glaciali:

Il calo del livello del mare a seguito di glaciazioni, che isola il Mar Nero dal Mediterraneo.

Il ghiaccio si sta sciogliendo sulle pianure ucraine, provocando un afflusso massiccio di acqua dolce nel Mar Nero. Mar Nero si getta nel Mediterraneo, ed è diventato un lago d'acqua dolce.

Al termine della fusione, il Mar Nero è in secca. Si asciuga lentamente (come fa per esempio il lago d'Aral), ma la breve durata di questo episodio non aumenta significativamente la salinità. Il Mar Nero è poi un lago d'acqua dolce, sotto il livello del mare (circa 200 m), e sempre isolato dal Mediterraneo attraverso la soglia del Bosforo. I popoli primitivi si insediarono sulle sue rive, è l'inizio di civiltà agrarie.

Infine, il Mediterraneo aumenta progressivamente con l'aumento generale del livello del mare. Quando il livello supera la soglia del Bosforo, provoca una catastrofe, "le porte del cielo si aprirono", e dal Mediterraneo si riversa nel Mar Nero l'acqua in una grande cascata. Il livello del mare del Mar Nero sarebbe tornato in due anni a 150 metri, inondando più di 100 000 km2 di terreno e causando, senza dubbio, una diminuzione della popolazione. La data del disastro, le sue conseguenze sulle popolazioni, e la posizione geografica suggeriscono che l'evento potrebbe essere la fonte del mito che si trova trascritto nei conti della Mesopotamia (Epopea di Gilgamesh) e successivamente nella Genesi.

Questa ipotesi è ora supportato da una serie di altri dati che possono sembrare conferme: traccia del livello del mare in un canyon alla destra del Bosforo, ma sensibili anomalie nella distribuzione di strati di acqua, depositi marini di acqua dolce del livello del mare e ricoperto di torbidità sedimenti, traccie di sedimenti fossili al di sotto del livello attuale del mare Se si accetta l'ipotesi di rilascio catastrofico di acqua attraverso il Bosforo, si può anche pensare l'origine in un evento

sismico su una falla nel Nord dell'Anatolia nella zona della Marmara e Dardanelli, la regione più sismicamente attiva del mondo dopo la California. L'analisi dei sedimenti del Mar Nero nel 2004 da parte di un gruppo di ricerca paneuropeo (Assemblage - Noah Project) ha confermato la conclusione di Pitman/Ryan. Inoltre, i calcoli di Mark Siddall avevano previsto un canyon sommerso che venne in seguito trovato. L'ipotesi di una caduta catastrofica intesserebbe comunque un'area limitata ben lontana dall'universale è stata accettata da molti ma non modo unanime.

Il Diluvio sarebbe avvenuto in conseguenza dell'ultima Glaciazione e/o dell'ultimo cambio dei poli magnetici della Terra (12000 a.C.-10000 a.C. secondo altri da 10000a.C. al 4000 a.C.) e in questo caso il momentaneo aumento di temperatura post-glaciazione avrebbe aumento l'acqua presente nella Terra creando catastrofi dappertutto[4] e una prova dell'avvenuto diluvio in questo periodo sarebbe la Sfinge di Giza che ha uno strato con molte infiltrazioni dovute all'alto dell'acqua da collocare nel 10500 a.C.(secondo altri sarebbe da collocare nel 2500 a.C.)[5]

Il Diluvio sarebbe avvenuto in conseguenza ha uno tsunami (1630 a.C.-1600 a.C.) causato dall'eruzione dell'Eruzione minoica di Thera però questa pare abbia colpito Mar Egeo e Creta non toccando la Grecia[6]

Il Diluvio sarebbe avvenuto in conseguenza alla caduta di un meteorite nell' Oceano Indiano (3000-2800 a.C.) creando un cratere di 30 km generando giganteschi tsunami e colpendo coste e isole[7]

E' stato ipotizzato che il mito del diluvio può essere basato su un improvviso aumento del livello del mare causato dal rapido prosciugamento del preistorico lago di Agassiz, alla fine dell'ultima era glaciale, circa 8.400 anni fa[8].

Secondo Kingsley da studi fatti sul Monte Carmelo e in Galilea vede il Diluvio biblico come una grossa esondazione partita dal Nord tra il Mar Mediterraneo e il Mar Nero 9000 anni fa (7000 a.C.) dopo l'ultima glaciazione, in conseguenza di ciò, il livello del mare si alzò di 155 metri e le onde coprirono una regione di 150000 Km quadrati, Kingsley non si spiega perché non c'è traccia del Diluvio nei territori circostanti perciò ritiene che delle onde molte alte travolsero tutto trascinando L'Arca di Noè fino al monte Ararat[9]

 Il mito del Diluvio in varie culture  [modifica] Europa  [modifica] Scandinavia  [modifica]Nella mitologia norrena, esistono due diluvi separati. Secondo l'Edda in prosa di Snorri Sturluson, il primo si ebbe all'alba dei tempi, prima che il mondo fosse creato. Ymir, il primo gigante, venne ucciso dal dio Odino e dai suoi fratelli Víli e Vé, e quando Ymir morì, perse così tanto sangue dalle sue ferite che anneggò quasi tutta l'intera razza di giganti, con l'eccezione del gigante di brina Bergelmir e di sua moglie. Che scapparono su una nave e sopravvissero, divenendo i progenitori di una nuova razza di giganti. Il corpo di Ymir venne usato per formare la terra mentre il suo sangue divenne il mare.

Il secondo diluvio, nella linea temporale della mitologia norrena, è destinato ad accadere nel futuro durante il Ragnarök, la battaglia finale tra gli dei e i giganti. Durante questo evento apocalittico, Jormungandr, il grande serpente marino che giace nelle profondità del mare circondante Midgard, il regno dei mortali, salirà dagli abissi marini e si unirà al conflitto, questo causerà un'alluvione catastrofica che sommergerà la terra. Tuttavia, dopo il Ragnarök la terra rinascerà, e comincerà una nuova era per l'umanità.

 Irlanda  [modifica]Secondo il Lebor Gabála Érenn, un libro che racconta la Mitologia irlandese, i primi abitanti dell'Irlanda, guidati dalla nipote di Noè, Cessair, vennero quasi tutti spazzati via da un'inondazione 40 giorni dopo aver raggiunto l'isola; si salvò soltanto una persona. Più avanti, dopo che il popolo di Partholon e Nemed ebbe raggiunto l'isola, ci fu un altro diluvio che uccise tutti gli abitanti tranne una trentina, che si sparsero per il mondo. Dato che i primi a scriverne la storia furono monaci cristiani (prima era tramandata oralmente), è possibile che i riferimenti a Noè siano stati inseriti nella storia, nel tentativo di cristianizzare il paese.

 Grecia  [modifica] Per approfondire, vedi la voce Deucalione e Pirra.

Deucalione e Pirra in un'incisione di Virgil Solis.Deucalione e Pirra, rispettivamente figli di Prometeo e Epimeteo, erano due anziani coniugi senza figli, scelti per salvarsi dal diluvio che sarebbe caduto sulla terra e quindi per far rinascere l'umanità. Su ciò che avviene dopo il diluvio esistono due versioni, che comunque portano allo stesso epilogo. Secondo la versione di Igino Astronomo nelle Fabulae (153) i due coniugi hanno, come premio per la loro virtù, diritto a un desiderio, ed essi chiedono di avere con loro altre persone; Zeus consiglia allora ai due superstiti di gettare pietre dietro la loro schiena, e queste non appena toccano terra si mutano in persone, in uomini quelle scagliate da Deucalione, in donne quelle scagliate da Pirra. Invece secondo il racconto di Ovidio (Metamorfosi I, vv. 347-415) l'idea di gettare pietre deriva da una profezia dell'oracolo di Temi, che indicava ai due di lanciare dietro di loro le ossa della loro madre: essi comprendono allora che l'oracolo si riferisce alla Terra, ricordiamo che entrambi sono figli di Titani, e agiscono di conseguenza. Il mito è spesso collocato nell'Epiro, sull'Etna o in Tessaglia.

 Medio-Oriente  [modifica] Mesopotamia  [modifica]Il racconto biblico dell'Arca di Noè presenta delle somiglianze con il mito babilonese dell'epopea di Gilgamesh, che narra di un antico re di nome Utanapishtim che fu aiutato dal dio della giustizia e della saggezza, Ea, a costruire un'imbarcazione, nella quale avrebbe potuto salvarsi dal diluvio inviato dal Enlil, signore di tutti gli dei, esortato dalla dea Ishtar, offesa del rifiuto di fidanzamento di Gilgamesh. La più antica versione dell'epopea di Atra?asis (di origine sumera) è stata datata all'epoca del regno del pronipote di Hammurabi, Ammisaduqa (tra il 1646 a.C. e il 1626 a.C.), ed ha continuato ad essere riproposta fino al primo millennio a.C.

La leggenda di Ziusudra, a giudicare dalla scrittura, potrebbe risalire alla fine del XVI secolo a.C., mentre la storia di Utnapishtim, che ci è nota grazie a manoscritti del primo millennio a.C., è probabilmente una variazione dell'epopea di Atra?asis di origine sumera[10].

Le varie leggende mesopotamiche sul Diluvio hanno conosciuto una notevole longevità, tanto che alcune di esse sono state trasmesse fino al III secolo a.C.  Gli archeologi hanno trovato un considerevole numero di testi originali in Lingua sumera, accadica e assira, redatte in caratteri cuneiformi. La ricerca di nuove tavolette prosegue, come la traduzione di quelle già scoperte.

 

Secondo un'ipotesi scientifica, l'evidente parentela tra la tradizione mesopotamica e quella biblica potrebbe avere come radice comune la rapida salita delle acque nel bacino del Mar Nero, oltre 7 millenni fa, a causa della rottura della diga naturale costituita dallo stretto del Bosforo.

L'epopea di Athrasis, scritta in accadico (la lingua dell'antica Babilonia), racconta come il dio Ea ingiunge all'eroe Shuruppak di smantellare la propria casa, fatta di canne, e di costruire un battello per sfuggire al diluvio che il dio Enlil, infastidito dal rumore delle città, intende mandare per sradicare l'umanità.

Il battello deve disporre di un tetto "simile a quello di Apsû[11]" (l'oceano sotterraneo di acqua dolce di cui Ea è signore), di un ponte inferiore e di uno superiore, e deve essere impermeabilizzato con bitume.

Athrasis sale a bordo con la sua famiglia e i suoi animali, e ne sigilla l'entrata.

La tempesta e il diluvio cominciano, "i cadaveri riempiono il fiume come libellule", e anche gli dei si spaventano.

Dopo 7 giorni il diluvio cessa, e Athrasis offre dei sacrifici. Enlil è furioso, ma Enki lo sfida apertamente, dichiarando di essersi impegnato alla preservazione della vita. Le due divinità si accordano infine su misure diverse, per regolare la popolazione umana.

Della storia esiste anche un'altra versione assira più tarda.

La leggenda di Ziusudra[12], scritta in sumero, è stata ritrovata nei frammenti di una tavoletta di Eridu. Essa narra di come lo stesso dio Enki avvertì Ziusudra, (« egli ha visto la vita », in riferimento al dono di immortalità che gli fu concesso dagli dei), re di Shuruppak, della decisione degli dei di distruggere l'umanità ad opera di un diluvio, il passaggio con la spiegazione di questa decisione è andato perduto. Enki incarica allora Ziusudra di costruire una grande nave, ma le istruzioni precise sono andate anch'esse perdute. Dopo un diluvio di sette giorni, Ziusudra procede ai sacrifici richiesti e si prostra poi di fronte ad An, il dio del cielo, ed Enlil, il capo degli dei. Riceve in cambio la vita eterna a Dilmun, l'Eden sumero[13].

L'epopea babilonese di Gilgamesh racconta le avventure di Utanapishtim (in realtà una traduzione di «Ziusudra» in accadico), originario di Shuruppak. Ellil (equivalente di Enlil), signore degli dei, vuole distruggere l'umanità con un diluvio. Il dio Ea (equivalente di Enki) consiglia ad Uta-Napishtim di distruggere la sua casa di canne e di utilizzarne il materiale per costruire un'arca, che deve caricare con oro, argento, e la semenza di tutte le creature viventi e anche di tutti i suoi artigiani. Dopo una tempesta durata sette giorni ed altri dodici giorni passati alla deriva sulle acque, l'imbarcazione si arena sul monte Nizir. Dopo altri sette giorni Uta-Napishtim manda fuori una colomba, che ritorna, poi una rondine, che torna indietro anch'essa. Il corvo, alla fine, non ritorna. Allora Uta-Napishtim fa sacrifici agli dei a gruppi di 7. Quelli sentono il profumo delle carni arrostite e affluiscono "come le mosche[14]". Ellil è infuriato che gli umani siano sopravvissuti, ma Ea lo rimprovera: "Come hai potuto mandare un diluvio in questo modo, senza riflettere? Lascia che il peccato riposi sul peccatore, e il misfatto sul malfattore. Fermati, non lasciare che accada ed abbi pietà [che gli uomini non periscano]". Uta-Napishtim e sua moglie ricevono allora il dono dell'immortalità, e se ne vanno ad abitare "lontano, alla foce dei fiumi".

Nel III secolo a.C. Berosso, gran sacerdote del tempio di Marduk a Babilonia, redasse in greco una storia della Mesopotamia (Babyloniaka) per Antioco I, che regnò dal 323 a.C. al 261 a.C. L'opera è andata perduta, ma lo storico cristiano Eusebio di Cesarea, all'inizio del IV secolo, ne trasse la leggenda di Xisuthrus, una versione greca di Ziusudra ampiamente simile al testo originale. Eusebio riteneva che l'imbarcazione fosse ancora visibile "sui monti corcirii [sic] d'Armenia; e la gente gratta il bitume con il quale essa era stata rivestita all'esterno per utilizzarlo come antidoto o amuleto[15] »."

Torah-Bibbia  [modifica]

L'inizio del diluvio universale (l'arca sulla destra), nella rappresentazione di William Bell Scott. Per approfondire, vedi le voci Arca di Noè e Anomalia dell'Ararat.

Il protagonista del racconto biblico, che occupa il settimo e l'ottavo capitolo della Genesi, è Noè. Incaricato da Dio di costruire un'arca per raccogliere tutti gli animali terrestri, all'inizio della catastrofe si rifugia all'interno dell'imbarcazione con la moglie, i figli e le loro mogli. Per quaranta giorni e quaranta notti la tempesta ricopre la superficie terrestre, fino alle montagne più alte; dopo ottanta giorni Dio fa cessare vento e pioggia e le acque cominciano a ritirarsi. L'arca - sempre secondo il racconto biblico - si arena sul monte Ararat: Noè decide quindi di lasciare andare un corvo per capire se le acque si sono abbassate completamente. L'uccello però non fa più ritorno, così decide di impiegare una colomba. La prima volta torna indietro perché non trova una superficie dove posarsi; al secondo tentativo fa ritorno portando un ramo d'ulivo in bocca, a significare che la terra è nuovamente visibile; la terza volta la colomba non torna, e Dio ordina a Noè di scendere dall'arca mentre nel cielo appare uno sfolgorante arcobaleno, segno della nuova alleanza tra Dio e gli uomini.

Una delle cause principali della punizione fu il peccato di molti animali accoppiatisi tra loro anche se di specie differente a cui si riferisce il versetto: ...e la Terra era corrotta; un altro grave peccato fu la perdita sulla terra del seme maschile.

Nell'era messianica gli appartenenti alla generazione punita con il diluvio non resusciteranno.[senza fonte]

 Islam  [modifica]Il Corano racconta una storia simile a quella ebraico-cristiana del diluvio della Genesi, le maggiori differenze sono che solo Noè e pochi seguaci laici entrarono nell'arca. Il figlio di Noè (uno dei quattro) e sua moglie rifiutarono di entrare nell'arca pensando di poter affrontare il diluvio da soli. L'arca coranica si posò poi sul monte Judi, tradizionalmente identificato con una montagna vicino Mossul nell'odierno Iraq; il nome pare derivi dal nome locale del popolo curdo del luogo, anche se questo non è certo.  Asia  [modifica] India  [modifica]Il mito del diluvio è presente nel Satapatha Brahma?a ( I, 8, 1). Manu incontra un pesce mitico nell'acqua che gli era stata portata per lavarsi. Esso gli promette di salvarlo se egli, a sua volta, lo salverà. Manu conserva il pesce in un vaso, poi lo porta al mare. Si costruisce un battello e, nell'anno predetto dal pesce, avviene il diluvio. Il pesce nuota verso il battello di Manu e aggancia il suo corno all'imbarcazione conducendola fino alla montagna del nord. Manu è l'unico essere umano sopravvissuto. Pratica l'ascesi e compie un sacificio dal quale, dopo un anno, nasce una femmina e da lei egli procreò questa posterità, che è la posterità di Manu (op. cit.).

Nella versione riportata nel Bhagavata Pura?a (VIII, 24, 7 e segg.) il diluvio sopraggiunge durante il sonno di Brahma. Anche qui la rivelazione degli eventi spetta ad un pesce che poi diventerà lungo un milione di miglia. Per miracolo l'arca della salvezza è concessa al re e al capo dei sacerdoti. Il pesce mitico è un avatara di Visnu.[16]

 Isole Andamane  [modifica]Nelle leggende delle tribù aborigene che abitarono le Isole Andamane, le persone divennero remissive ai comandi dati loro. Puluga, il dio creatore, cessò di far visita a loro e senza avvertimenti mandò una devastante inondazione. Solo quattro persone sopravvissero: due uomini, Loralola e Poilola, e due donne, Kalola e Rimalola, che ebbero la fortuna di trovarsi su canoe. Quando scesero a terra scoprirono di aver perso il fuoco e tutti gli esseri viventi erano morti. Puluga allora ricreò gli animali e le piante, ma non diede loro ulteriori istruzioni, e non restituì loro il fuoco[17].

 Cina  [modifica]Esistono molte fonti di leggendarie alluvioni nell'antica letteratura cinese. Alcune appaiono come un diluvio mondiale, ma molte versioni vengono reportate come inondazioni locali - un certo numero di esse ha come tema l'alluvione causata da dei ostili; altre sono basate su eventi storici.[18]

Shu Jing, o Libro della Storia, probabilmente scritto attorno al 500 a.C. o prima, inizia con l'Imperatore Yao mentre affronta il problema delle acque alluvionali che hanno "raggiunto i cieli". Questo è il contesto per l'intervento del famoso Da Yu, che riuscì con successo a controllare le acque. E fondò poi la prima dinastia cinese.[19] La traduzione dell'edizione del 1904 datò il diluvio cinese al 2348 a.C. circa, calcolando che questo fu lo stesso anno del diluvio biblico[20].

Shan Hai Jing, i Classici delle Montagne & Mari, si conclude con il regnante cinese Da Yu che spende dieci anni a controllare un diluvio le cui acque alluvionali avevano raggiunto il cielo.[21]

Chu Ci, il Liezi, Huainanzi, Shuowen Jiezi, Siku Quanshu, Songsi Dashu, e altri libri, come pure molte leggende popolari, contengono tutti riferimenti ad una donna di nome Nüwa. Nüwa riparò i cieli dopo la grande alluvione o calamità, e ripopolò il mondo con le persone. Esistono molte versioni di questa leggenda.

Le antiche civiltà cinesi concentrate attorno al Fiume Giallo, vicino alla odierna Xian, credevano che le alluvioni del fiume fossero causate da draghi (rappresentanti dei) che vivevano nel fiume, quando si arrabbiavano per gli errori commessi dagli uomini.

 Indonesia  [modifica]Nelle tradizioni del popolo Batak, stanziato nell'odierna Sumatra, la terra poggiava su di un enorme serpente chiamato Naga-Padoha che un giorno, stanco del pesante fardello scaricò la terra in mare. Il Dio Batara-Guru sostituì il serpente con una montagna per salvare la propria figlia, che divenne la capo-stipite della razza umana. La terra successivamente venne rimessa sulla testa del serpente.

 Indocina  [modifica]Secondo la leggenda di Khun Borom, fondatore delle stirpi tai, le trasgressioni degli esseri umani furono punite dal Re degli Spiriti Celesti Phya Theng con una devastante alluvione.[22] I sopravvissuti raggiunsero il Cielo a bordo di un'imbarcazione galleggiante ed ottennero il perdono da Phya Theng. Tornati sulla terra si moltiplicarono generando il caos e Phya Theng inviò il figlio Khun Borom a civilizzarli.

Si venne a creare una razza superiore che si suddivise in diversi gruppi etnici, tra cui i principali furono i siamesi nell'odierna Thailandia Centrale, i laotiani nel Laos e nella Thailandia del Nordest, i lanna nella Thailandia del Nord, gli shan in Birmania e i dai nel sud della provincia cinese dello Yunnan e nel Vietnam del Nord.[23]

 Malesia  [modifica] Mito del Jakun  [modifica]Secondo gli antichi abitanti della regione del Jakun, la terra era solo una sottile crosta su un abisso d'acqua. Il Dio Pirman spezzò la crosta, inondando e distruggendo il mondo. In precedenza, Pirman aveva creato un uomo e una donna e li aveva messi in salvo su un'imbarcazione coperta di legno di pulai. Quando la nave finalmente si fermò, la coppia si ritrovò su di una terra smisurata. Il sole non era ancora stato creato e quando si fece la luce, videro sette arbusti di rododendro e sette ciuffi d'erba sambau. La donna concepì un maschio che nacque dal polpaccio destro e una femmina da quello sinistro, dai quali sarebbe discesa tutta l'umanità.

 Mito del Kelantan  [modifica]Per celebrare una circoncisione venne organizzata una festa durante la quale si svolsero dei combattimenti tra animali. Mentre si effettuava 'ultimo scontro, tra cani e gatti, una grande inondazione arrivò dalle montagne, da cui si salvarono solo alcuni servitori che erano stati mandati sulle colline a raccogliere legna da ardere. Subito dopo il sole, la luna, e le stelle si estinsero. Quando la luce tornò, non esisteva più la terra, e tutte le dimore degli uomini erano state distrutte.

 Mito dei Temuan  [modifica]Secondo la leggenda dei Temuan, i peccati degli abitanti di una delle 18 tribù Orang Asli della penisola malese, fecero arrabbiare gli dei e gli antenati che li punirono con un'alluvione, il celau (tempesta della punizione). Solo due persone della tribù Temuan, Mamak e Inak Bungsuk, sopravvissero al diluvio scalando un albero sulla Gunung Raja (Montagna Reale), che divenne il luogo di nascita e la casa ancestrale della tribù Temuan.

 Oceania  [modifica] Australia  [modifica]Secondo alcuni aborigeni australiani, durante l'era dei sogni una gigantesca rana bevve tutta l'acqua del mondo dando inzio a una grande siccità. L'unica maniera per far terminare la siccità era quella di farla ridere. Dopo che ci avevano provato tutti gli animaliaustraliani, ci riuscì un'anguilla. La rana si svegliò, cominciò a tremare, la sua faccia si rilassò, e alla fine scoppiò in una risata che risuonò come un tuono. L'acqua eruppe dalla sua bocca in un enorme inondazione che riempì tutti i fiumi e ricoprì la terra. Solo le montagne più alte erano visibili, come isole in mezzo al mare. Molti uomini e animali annegarono. I pellicani all'epoca erano completamente neri, mutarono il colore usando argilla bianca e passarono da isola in isola in una grande canoa, a salvare altri animali neri. Da quei tempi, il pellicano è bianco e nero in ricordo della grande alluvione.[24].

 Nuova Zelanda  [modifica]Secondo la tradizione dei Ngati Porou, una tribù maori della costa est della nuova Zelanda, Ruatapu si arrabbiò quando il padre Uenuku elevò il fratello minore Kahutia-te-rangi a un rango più alto del suo. Ruatapu invitò Kahutia-te-rangi e un grande numero di giovani di alto rango nella sua canoa, e li portò in mare dove li annegò. Egli chiamò gli dei del mare e li inviò a distruggere la terra con un'inondazione. Mentre lottava per non annegare, Kahutia-te-rangi invocò delle megattere (paikea in Maori) per portarlo in salvo. Fu l'unico sopravvissuto del diluvio e prese il nome Paikea.[25]

 Polinesia  [modifica]Diverse storie di alluvioni e diluvi si sono tramandate nella tradizione orale dei polinesiani, anche se nessuno di essi raggiunge le proporzioni del diluvio biblico.

Gli abitanti di Ra'iatea narrano che i due amici Te-aho-aroa e Ro'o stavano pescando e accidentalmente svegliarono il dio dell'oceano Ruahatu con i loro ami da pesca. Arrabbiato, il dio disse loro che avrebbe fatto scomparire Ra'iatea sotto il mare. Te-aho-aroa e Ro'o chiesero perdono, e Ruahatu li avvertì che l'unico modo per salvarsi era quello di portare le loro famiglie sull'isolotto di Toamarama. Questi così fecero, durante la notte l'isola scivolò sotto l'oceano e riaffiorò il mattino successivo. Nessuno sopravvisse ad eccezione delle due famiglie, che eressero sacri marae (templi) dedicati al dio Ruahatu.

Una leggenda simile è presente a Tahiti, secondo cui l'intera isola affondò nell'oceano ad eccezione del monte Pitohiti, dove una coppia di esseri umani riuscì a fuggire con i propri animali e a sopravvivere.

Nelle Hawaii, Nu'u e Lili-noe sopravvissero ad un'inondazione rifugiandosi sulla cima del Mauna Kea. Nu'u fece sacrifici alla luna, alla quale aveva erroneamente attribuito la sua salvezza. Kane, il dio creatore, discese sulla terra su di un arcobaleno, e spiegò a Nu'u il suo errore, e accettò il suo sacrificio.

Nelle Isole Marchesi, il dio della guerra Tu si rattristò per i rimproveri ricevuti dalla sorella Hii-hia. Le sue lacrime passarono attraverso il cielo fino al mondo di sotto e crearono un torrente di pioggia che portò via tutto sul suo cammino. Solo sei persone sopravvissero.

Nord America  [modifica] Míkmaq  [modifica]Nella mitologia Mi'kmaq, il male e la cattiveria tra gli uomini crebbero al punto che essi cominciarono a uccidersi tra di loro. Questo causò un grande dispiacere al dio-creatore-sole, che pianse lacrime che divennero pioggia, sufficienti a creare un diluvio. Le persone tentarono di salvarsi salendo su canoe di corteccia, ma solo un uomo vecchio e una donna sopravvissero e popolarono la terra.[26]

Hawaii  [modifica]Secondo la mitologia hawaiana gli déi fecero venire un grande diluvio e solo Nu si salvò costruendo una grande nave dove ospitarono tutti gli animali.

 Caddo  [modifica]Nella mitologia Caddo, quattro mostri crebberò in altezza e potenza fino a che non raggiunsero il cielo. A quel tempo, un uomo udì una voce che gli ordinò di piantare una canna vuota. Egli così fece, e la canna crebbe alta molto in fretta. L'uomo entrò nella pianta con sua moglie e una coppia di tutti gli animali buoni. Le acque si alzarono, e coprirono tutto tranne la cima della canna e le teste dei mostri. Una tartaruga quindi uccise i mostri, le acque si placarono e i venti asciugarono la terra.

 Hopi  [modifica]Nella mitologia Hopi, le persone disobbedirono molte volte al loro creatore Sotuknang. Egli distrusse il mondo la prima volta col fuoco, poi col gelo, e lo ricreò entrambe le volte per le persone che ancora seguivano le sue leggi, che sopravvissero nascondendosi sottoterra. Quando le persone divennero corrotte e bellicose per la terza volta. Sotuknang li portò dalla Donna Ragno, ed ella tagliò canne giganti e riparò le persone nelle cavità dei gambi. Sotuknang quindì causò una grande inondazione, e le persone galleggiarono sulle acque nelle loro canne. Le canne quindi si posarono su di una piccolo pezzo di terra, e le persone emersero, con tanto cibo quanto ne avevano all'inizio. Le persone viaggiarono con le loro canoe, guidati dalla loro saggezza interiore (che si dice derivò da Sotuknang). Viaggiarono verso nord-est, passando per isole sempre più grandi, fino a che non raggiunsero il Quarto Mondo. Quando raggiunsero il Quarto Mondo, le isole si inabissarono nell'oceano.

 Sud America  [modifica] Azteca  [modifica]Nel manoscritto azteco chiamato Codice Borgia (Codice Vaticano), si racconta della storia del mondo diviso in età, l'ultima terminò con un grande diluvio per mano della dea Chalchitlicue.

 Inca  [modifica] Per approfondire, vedi la voce Unu Pachakuti.

Nella mitologia inca, Viracocha distrusse i giganti con una grande inondazione, da cui si salvarono soltanto due persone, all'interno di caverne sigillate, che poi ripopolarono la terra.

Maya  [modifica]Nella mitologia del popolo maya si parla di un Gran Diluvio, inviato dal dio Huracan.

Mapuche  [modifica]Nella mitologia Mapuche, la leggenda di Trenten Vilu e Caicai Vilu racconta che una battaglia tra due mitici serpenti provocò una grande inondazione; e successivamente creò il mondo Mapuche così come lo conosciamo.

Inizio del diluvio